Ad un passo dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini, potete trascorrere un WEEKEND IN BAITA, un vero e proprio rifugio dal quale raggiungere varie località dove il tempo sembra essersi fermato.
PRIMO ITINERARIO
Utilizzando la baita come base logistica (prenotazioni e maggiori dettagli su www.activopark.com), oltre che confortevole e caratteristico alloggio, ci muoviamo alla scoperta di un territorio arcaico e poco conosciuto, meglio in 4×4 e con accompagnatore esperto.
Un weekend lungo, arrivo giovedì sera e partenza domenica pomeriggio, è il tempo giusto da organizzare, secondo la nostra esperienza, come di seguito.
GIOVEDI’: arrivando in serata, magari dopo una giornata di lavoro non meno impegnativa del solito, sarà dolce immergersi nella quiete che circonda la baita per un sonno ristoratore, dopo un altrettanto ristoratore pasto presso una delle trattorie della zona. Due possibilità per arrivare: impostare sul navigatore “Scheggino” oppure, cartina alla mano, cercare Spoleto, sicuramente più conosciuta e, senza entrare in città, proseguire per 10 km in direzione Terni.
Senza l’ausilio della “stella cometa” vi troverete di fronte ad un borgo-presepe, con tanto di ruscello, ponte, case in pietra e luci soffuse. Gli abitanti, pochi ma consapevoli del loro patrimonio, conservano quella verace accoglienza dei luoghi poco turistici, praticando ancora antichi mestieri. Troppe le proposte culinarie per esaurirle in una sera, per cui vi consigliamo di rimandare al giorno dopo la più pregiata !
VENERDI’: incontro con la guida presso il bar-pasticceria del paese dove, oltre il doveroso cappuccino, si prepara insieme la tabella di marcia. La guida arriva accompagnata, da un cane vivace con rispettivo proprietario, figura chiave della nostra giornata. A bordo di un mezzo 4×4 si parte quindi per un’insolita quanto entusiasmante avventura, IL SAFARI DEL TARTUFO, che del safari condivide avvistamento, ricerca, fuoripista e contatto con la natura. Solo che al posto del ranger abbiamo un esperto tartufaro che ci porta, grazie all’amico fedele, sulle tracce del prezioso tubero, custodito gelosamente dai boschi della Valnerina. Un gioco di squadra in cui più si è meglio è, che vi terrà impegnati per l’intera giornata, se considerate che il successo della ricerca è coronato da un lauto e meritato pranzo a base di …. e tanto altro ancora. Non solo tartufo quindi, ma formaggi stagionati, pasta fatta in casa (strangozzi & Co.) e norcinerie. Proprio questa è la parola, dal significato apparentemente indecifrabile, che introduce il terzo giorno.
SABATO: solo chi è nato qui o è pratico della zona sa che a Norcia si producono, praticamente fin dal Medioevo, ottimi insaccati di maiale. Salsicce, salami, prosciutti, fiaschette e perfino “coglioni di mulo”, riferimento puramente morfologico.
La città di san Benedetto val bene quindi una visita, non solo per la sua piazza, i suoi vicoli e le mura che interamente la cingono, ma indubbiamente anche per l’aspetto gastronomico. Doverosa la sosta presso una delle caratteristiche norcinerie, negozi e laboratori di produzione di queste delizie, per una ricca degustazione accompagnata da vino robusto, degna sostituta di un più classico pranzo. Da qui all’Abbazia di Sant’Eutizio il passo è breve. Sede benedettina di primaria importanza nel XIII secolo, l’edificio si presenta in tutto il suo splendore, sia per il contesto naturalistico che per la bellezza architettonica. Visitate tutto il complesso senza tralasciare il Museo di Chirurgia Preciana e i suoi strumenti, rudimentali ai nostri occhi quanto all’avanguardia per i tempi. Siamo infatti nel XVI secolo e questo particolarissimo museo racconta la incredibile storia dei chirurghi “empirici” provenienti da Preci, che già all’epoca eseguivano interventi straordinari tanto da essere reclamati dalle corti più importanti di Europa. Persino Elisabetta I Tudor si rivolse a loro per un’operazione di deposizione delle cataratte ! Difficile risalire all’origine di questa illustre tradizione ma forte è il legame con l’arte della “norcineria”. Se vi state chiedendo il perchè, non rimane che andare in loco per svelare l’arcano ! E così è arriva l’ora di cena, che non facciamo fatica ad ignorare viste le prolungate soste enogastronomiche.
DOMENICA: famoso e immortalato da ogni angolazione, il Pian Grande di Castelluccio da spettacolo tutto l’anno.